“La continuità produttiva che dalla metà
dell’Ottocento giunge ai giorni nostri ci dimostra la
sensibilità, l’intuito, la capacità, ereditate e
arricchite della presenza femminile che ha, con
rispetto, conservato le metodologie e lo studio di un
tempo.

A. Girolamini, La carta, il fuoco, il vetro - 2001

Museo & Laboratorio

Dal 1860 ad oggi, una famiglia di artisti esegue centro storico di Perugia vetrate dipinte. L’attività, cominciata da Francesco Moretti e suo nipote Lodovico Caselli, è proseguita poi con Rosa e Cecilia Caselli che hanno raccolto l’eredità paterna.

Il testimone è poi passato alla loro nipote, Anna Matilde Falsettini, che, con le figlie Elisabetta e Maddalena Forenza, continua a tener viva l’attività del laboratorio con la stessa tecnica dei suoi avi.

Francesco Moretti (1833-1917) cominciò a studiare antichi testi di chimica ed arte vetraria e, insieme al nipote Lodovico Caselli (1859-1922), diede vita a Perugia ad una serie di opere straordinarie che si possono ammirare in molte città italiane ed estere. Moretti restaurò, fra le altre, la grande vetrata di S. Domenico a Perugia e quella del Duomo di Orvieto ed eseguì insieme a Caselli numerose vetrate fra cui quelle della Basilica di S. Maria degli Angeli (Assisi), della cattedrale di S. Lorenzo a Perugia e del Duomo di Orvieto.

Lodovico Caselli curò anche la produzione di “vetri mussolinati” in cui, grazie ad una macchina sabbiatrice da lui progettata e costruita, la raffinatezza dei ricami dell’epoca veniva trasposta su vetro.

Alla morte di Caselli le sue figlie Rosa (1896-1989) e Cecilia (1905-1996) proseguirono la tradizione familiare realizzando, tra le altre opere, le vetrate della Basilica di S. Chiara ad Assisi e una grande vetrata di 40 mq raffigurante l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.

L’eredità di Rosa e Cecilia è stata raccolta dalla loro nipote Anna M. Falsettini, che ancora oggi insieme alle figlie, fa rivivere la passione per la pittura e la perizia nell’esecuzione dei suoi antenati.

Mastri Vetrai

Protagonisti, cinque generazioni di Mastri Vetrai

Francesco Moretti nacque a Perugia nel 1833 e vi morì nel 1917; fu il fondatore dello Studio Moretti Caselli. Valente artista, iniziò la sua carriera con due vetrate per il duomo tuderte. Nel 1862 iniziò il restauro della vetrata della chiesa di San Domenico a Perugia, che completò nel 1879. [...]

Lodovico Caselli (Perugia, 1859 – 1922), nipote di Francesco Moretti, rimase orfano di padre fin dalla prima infanzia e crebbe all’ombra e sotto la protezione dello zio materno, apprendendo da lui l’arte della pittura e i segreti di quella su vetro. [...]

Alla morte di Lodovico le figlie Rosa Moretti Caselli (Perugia 1896 – 1989) e Cecilia Caselli (Perugia 1905 – 1996) ereditarono lo Studio e ne proseguirono l’attività. Rosa si assunse tutte le responsabilità della ditta di famiglia ed enorme fu il lavoro cui si sottoposero le due giovani sorelle. [...]

Anna Matilde Falsettini, nata a Perugia nel 1948, pronipote di Rosa e Cecilia, ha appreso da loro l’arte vetraria e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha insegnato plastica e disegno dal 1970 al 1977, interrompendo dopo tale data la carriera di docente per dedicarsi interamente all’attività di famiglia nello Studio Moretti Caselli. [...]

Maddalena Forenza (Perugia, 1980), figlia di Anna, prosegue oggi l’attività dello Studio dopo aver appreso dalla madre quest’arte con ottimi risultati, come si può vedere ammirando a Perugia la vetrata sulla controfacciata della chiesa di Santo Spirito o quelle del Castello Lemmo Rossi Scotti in località Santa Petronilla. [...]

L’attività dello Studio Moretti Caselli ebbe inizio nel 1858, con il lavoro svolto da Francesco Moretti presso il duomo di Todi e la creazione di un primo laboratorio di ricerca sulle antiche tecniche di pittura su vetro.

A partire dal 1862 fu installato un vero e proprio Studio, cui era annesso un laboratorio tecnico, nell’ex convento di S. Domenico a Perugia.

Nel 1875 il laboratorio fu trasferito presso un’altra struttura cittadina, l’ex convento di S. Francesco al Prato.

L’ultimo e definitivo trasloco dello Studio-Laboratorio avvenne nel 1895 nell’edificio sito nell’attuale via Fatebenefratelli, acquistato l’anno precedente da Moretti dalla Libera Università di Perugia.

SCOPRI DI PIÙ SUI MASTRI VETRAI

Arte della Vetrata

Dipingere una vetrata vuol dire mescolare i colori e la luce, per dare vita ad un'opera che solo da questo connubio può esprimere tutta se stessa.

Questo significa capire il luogo nel quale la vetrata sarà posta, osservare i movimenti del sole, cercare la luce migliore e soltanto dopo immaginare i colori, scegliere, mescolare e stendere le pennellate. Francesco Moretti progettò le sue vetrate dipingendo ogni tessera di vetro, colorato e non, a piccoli tratti e tocchi di pennello in modo tale che ogni minimo spazio risultasse coperto di colore bene amalgamato con la base sottostante.

Partendo dagli schizzi e dai bozzetti, passando per il disegno a grandezza reale, si arriva alla scelta e al taglio del vetro. I passaggi successivi sono di preparazione alla pittura che viene effettuata sempre contro la luce naturale con pigmenti in polvere miscelati al momento. Per fissare il colore si effettua la cottura anche tre-quattro volte su altrettante riprese pittoriche. Infine la fase della legatura a piombo permette di assemblare le tessere di vetro e di costituire la vetrata.

Oggi, nello Studio Moretti Caselli si creano vetrate con le tecniche antiche, non dimenticando di vivere in un’epoca moderna, rispettando così le diverse esigenze e richieste. Moretti ha sempre ribadito come quella della vetrata non sia un’arte “minore”, poiché con il vetro è possibile realizzare opere di innumerevoli stili e spaziare con la fantasia, come con altri materiali più consueti quali legno, tela, marmo.

Così il Laboratorio, dalla seconda metà dell’800, considera la vetrata come un quadro ad olio che, invece di essere dipinto su tela, sfrutta la trasparenza del vetro e la luce per dare effetti altrimenti impensabili. Le figure, come un tempo, nascono da una meticolosa ricerca e da un susseguirsi di piccole pennellate stese con cura, a rendere il quadro più reale possibile.

Nello Studio-Laboratorio esistono ancora molti macchinari e strumenti funzionanti, anche se non più utilizzati per la loro “anzianità”; rimangono però testimonianza della vita e della crescita dello Studio. Un’importanza rilevante assume in particolare il forno di cottura alimentato a legna, studiato dal Moretti nei minimi particolari per ottenere le diverse temperature necessarie.

“Realizzare una vetrata significa molto di più che tagliare il vetro, dipingerlo e metterlo in trafila: vuol dire usare quei piccoli accorgimenti, quelle delicatezze fondamentali per creare l’irripetibile personalità di ogni opera.”

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Archivio

Nel 2000, successivamente alla dichiarazione di notevole interesse storico dell’Archivio, la Soprintendenza archivistica per l’Umbria ha iniziato il lavoro di riordinamento e di inventariazione delle carte, lavoro che ha permesso di cogliere appieno le varie fasi della realizzazione o del restauro delle vetrate, dalla committenza alla loro definitiva messa in opera. Questi documenti raccontano la vita artistica, professionale e privata di Francesco Moretti e dei suoi discendenti dal 1843 al 1983.

Da allora il lavoro di riordinamento è continuato, grazie anche al contributo della Regione Umbria, che ha finanziato due progetti di inventariazione dell’Archivio e della Biblioteca; dal 2004 al 2006, grazie al lavoro di uno studente universitario per la sua tesi di laurea e per il tirocinio, si è inoltre proceduto a una prima catalogazione delle lastre fotografiche presenti nell’Archivio. Successivamente la Soprintendenza ne ha finanziato la pulitura, il condizionamento e la digitalizzazione.

È giusto sottolineare, a questo proposito, l’impegno, la passione e le competenze di membri della famiglia che consentono non solo la continuazione della sistemazione, ma anche l’accesso e una guida alla consultazione della documentazione, per la quale esistono un inventario dei documenti, i cataloghi delle opere a stampa, dei disegni, delle stampe, delle foto, delle lastre e della biblioteca.

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“La continuità produttiva che dalla metà dell’Ottocento giunge ai giorni nostri ci dimostra la sensibilità, l’intuito, la capacità, ereditate e arricchite della presenza femminile che ha, con rispetto, conservato le metodologie e lo studio di un tempo.

A. Girolamini, La carta, il fuoco, il vetro - 2001

Museo & Laboratorio

Dal 1860 ad oggi, una famiglia di artisti esegue centro storico di Perugia vetrate dipinte. L’attività, cominciata da Francesco Moretti e suo nipote Lodovico Caselli, è proseguita poi con Rosa e Cecilia Caselli che hanno raccolto l’eredità paterna.

Il testimone è poi passato alla loro nipote, Anna Matilde Falsettini, che, con le figlie Elisabetta e Maddalena Forenza, continua a tener viva l’attività del laboratorio con la stessa tecnica dei suoi avi.

Francesco Moretti (1833-1917) cominciò a studiare antichi testi di chimica ed arte vetraria e, insieme al nipote Lodovico Caselli (1859-1922), diede vita a Perugia ad una serie di opere straordinarie che si possono ammirare in molte città italiane ed estere. Moretti restaurò, fra le altre, la grande vetrata di S. Domenico a Perugia e quella del Duomo di Orvieto ed eseguì insieme a Caselli numerose vetrate fra cui quelle della Basilica di S. Maria degli Angeli (Assisi), della cattedrale di S. Lorenzo a Perugia e del Duomo di Orvieto.

Lodovico Caselli curò anche la produzione di “vetri mussolinati” in cui, grazie ad una macchina sabbiatrice da lui progettata e costruita, la raffinatezza dei ricami dell’epoca veniva trasposta su vetro.

Alla morte di Caselli le sue figlie Rosa (1896-1989) e Cecilia (1905-1996) proseguirono la tradizione familiare realizzando, tra le altre opere, le vetrate della Basilica di S. Chiara ad Assisi e una grande vetrata di 40 mq raffigurante l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.

L’eredità di Rosa e Cecilia è stata raccolta dalla loro nipote Anna M. Falsettini, che ancora oggi insieme alle figlie, fa rivivere la passione per la pittura e la perizia nell’esecuzione dei suoi antenati.

Mastri Vetrai

L’attività dello Studio Moretti Caselli ebbe inizio nel 1858, con il lavoro svolto da Francesco Moretti presso il duomo di Todi e la creazione di un primo laboratorio di ricerca sulle antiche tecniche di pittura su vetro.

A partire dal 1862 fu installato un vero e proprio Studio, cui era annesso un laboratorio tecnico, nell’ex convento di S. Domenico a Perugia.

Nel 1875 il laboratorio fu trasferito presso un’altra struttura cittadina, l’ex convento di S. Francesco al Prato.

L’ultimo e definitivo trasloco dello Studio-Laboratorio avvenne nel 1895 nell’edificio sito nell’attuale via Fatebenefratelli, acquistato l’anno precedente da Moretti dalla Libera Università di Perugia.

Protagonisti, cinque generazioni di Mastri Vetrai

Francesco Moretti nacque a Perugia nel 1833 e vi morì nel 1917; fu il fondatore dello Studio Moretti Caselli. Valente artista, iniziò la sua carriera con due vetrate per il duomo tuderte. Nel 1862 iniziò il restauro della vetrata della chiesa di San Domenico a Perugia, che completò nel 1879. [...]

Lodovico Caselli (Perugia, 1859 – 1922), nipote di Francesco Moretti, rimase orfano di padre fin dalla prima infanzia e crebbe all’ombra e sotto la protezione dello zio materno, apprendendo da lui l’arte della pittura e i segreti di quella su vetro. [...]

Alla morte di Lodovico le figlie Rosa Moretti Caselli (Perugia 1896 – 1989) e Cecilia Caselli (Perugia 1905 – 1996) ereditarono lo Studio e ne proseguirono l’attività. Rosa si assunse tutte le responsabilità della ditta di famiglia ed enorme fu il lavoro cui si sottoposero le due giovani sorelle. [...]

Anna Matilde Falsettini, nata a Perugia nel 1948, pronipote di Rosa e Cecilia, ha appreso da loro l’arte vetraria e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha insegnato plastica e disegno dal 1970 al 1977, interrompendo dopo tale data la carriera di docente per dedicarsi interamente all’attività di famiglia nello Studio Moretti Caselli. [...]

Maddalena Forenza (Perugia, 1980), figlia di Anna, prosegue oggi l’attività dello Studio dopo aver appreso dalla madre quest’arte con ottimi risultati, come si può vedere ammirando a Perugia la vetrata sulla controfacciata della chiesa di Santo Spirito o quelle del Castello Lemmo Rossi Scotti in località Santa Petronilla. [...]

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Dipingere una vetrata vuol dire mescolare i colori e la luce, per dare vita ad un'opera che solo da questo connubio può esprimere tutta se stessa.

Questo significa capire il luogo nel quale la vetrata sarà posta, osservare i movimenti del sole, cercare la luce migliore e soltanto dopo immaginare i colori, scegliere, mescolare e stendere le pennellate. Francesco Moretti progettò le sue vetrate dipingendo ogni tessera di vetro, colorato e non, a piccoli tratti e tocchi di pennello in modo tale che ogni minimo spazio risultasse coperto di colore bene amalgamato con la base sottostante.

Partendo dagli schizzi e dai bozzetti, passando per il disegno a grandezza reale, si arriva alla scelta e al taglio del vetro. I passaggi successivi sono di preparazione alla pittura che viene effettuata sempre contro la luce naturale con pigmenti in polvere miscelati al momento. Per fissare il colore si effettua la cottura anche tre-quattro volte su altrettante riprese pittoriche. Infine la fase della legatura a piombo permette di assemblare le tessere di vetro e di costituire la vetrata.

Oggi, nello Studio Moretti Caselli si creano vetrate con le tecniche antiche, non dimenticando di vivere in un’epoca moderna, rispettando così le diverse esigenze e richieste. Moretti ha sempre ribadito come quella della vetrata non sia un’arte “minore”, poiché con il vetro è possibile realizzare opere di innumerevoli stili e spaziare con la fantasia, come con altri materiali più consueti quali legno, tela, marmo.

Così il Laboratorio, dalla seconda metà dell’800, considera la vetrata come un quadro ad olio che, invece di essere dipinto su tela, sfrutta la trasparenza del vetro e la luce per dare effetti altrimenti impensabili. Le figure, come un tempo, nascono da una meticolosa ricerca e da un susseguirsi di piccole pennellate stese con cura, a rendere il quadro più reale possibile.

Nello Studio-Laboratorio esistono ancora molti macchinari e strumenti funzionanti, anche se non più utilizzati per la loro “anzianità”; rimangono però testimonianza della vita e della crescita dello Studio. Un’importanza rilevante assume in particolare il forno di cottura alimentato a legna, studiato dal Moretti nei minimi particolari per ottenere le diverse temperature necessarie.

“Realizzare una vetrata significa molto di più che tagliare il vetro, dipingerlo e metterlo in trafila: vuol dire usare quei piccoli accorgimenti, quelle delicatezze fondamentali per creare l’irripetibile personalità di ogni opera.”

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Archivio

Nel 2000, successivamente alla dichiarazione di notevole interesse storico dell’Archivio, la Soprintendenza archivistica per l’Umbria ha iniziato il lavoro di riordinamento e di inventariazione delle carte, lavoro che ha permesso di cogliere appieno le varie fasi della realizzazione o del restauro delle vetrate, dalla committenza alla loro definitiva messa in opera. Questi documenti raccontano la vita artistica, professionale e privata di Francesco Moretti e dei suoi discendenti dal 1843 al 1983.

Da allora il lavoro di riordinamento è continuato, grazie anche al contributo della Regione Umbria, che ha finanziato due progetti di inventariazione dell’Archivio e della Biblioteca; dal 2004 al 2006, grazie al lavoro di uno studente universitario per la sua tesi di laurea e per il tirocinio, si è inoltre proceduto a una prima catalogazione delle lastre fotografiche presenti nell’Archivio. Successivamente la Soprintendenza ne ha finanziato la pulitura, il condizionamento e la digitalizzazione.

È giusto sottolineare, a questo proposito, l’impegno, la passione e le competenze di membri della famiglia che consentono non solo la continuazione della sistemazione, ma anche l’accesso e una guida alla consultazione della documentazione, per la quale esistono un inventario dei documenti, i cataloghi delle opere a stampa, dei disegni, delle stampe, delle foto, delle lastre e della biblioteca.

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A. Girolamini, La carta, il fuoco, il vetro - 2001

Museo & Laboratorio

Dal 1860 ad oggi, una famiglia di artisti esegue centro storico di Perugia vetrate dipinte. L’attività, cominciata da Francesco Moretti e suo nipote Lodovico Caselli, è proseguita poi con Rosa e Cecilia Caselli che hanno raccolto l’eredità paterna.

Il testimone è poi passato alla loro nipote, Anna Matilde Falsettini, che, con le figlie Elisabetta e Maddalena Forenza, continua a tener viva l’attività del laboratorio con la stessa tecnica dei suoi avi.

Francesco Moretti (1833-1917) cominciò a studiare antichi testi di chimica ed arte vetraria e, insieme al nipote Lodovico Caselli (1859-1922), diede vita a Perugia ad una serie di opere straordinarie che si possono ammirare in molte città italiane ed estere. Moretti restaurò, fra le altre, la grande vetrata di S. Domenico a Perugia e quella del Duomo di Orvieto ed eseguì insieme a Caselli numerose vetrate fra cui quelle della Basilica di S. Maria degli Angeli (Assisi), della cattedrale di S. Lorenzo a Perugia e del Duomo di Orvieto.

Lodovico Caselli curò anche la produzione di “vetri mussolinati” in cui, grazie ad una macchina sabbiatrice da lui progettata e costruita, la raffinatezza dei ricami dell’epoca veniva trasposta su vetro.

Alla morte di Caselli le sue figlie Rosa (1896-1989) e Cecilia (1905-1996) proseguirono la tradizione familiare realizzando, tra le altre opere, le vetrate della Basilica di S. Chiara ad Assisi e una grande vetrata di 40 mq raffigurante l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.

L’eredità di Rosa e Cecilia è stata raccolta dalla loro nipote Anna M. Falsettini, che ancora oggi insieme alle figlie, fa rivivere la passione per la pittura e la perizia nell’esecuzione dei suoi antenati.

Mastri Vetrai

L’attività dello Studio Moretti Caselli ebbe inizio nel 1858, con il lavoro svolto da Francesco Moretti presso il duomo di Todi e la creazione di un primo laboratorio di ricerca sulle antiche tecniche di pittura su vetro.

A partire dal 1862 fu installato un vero e proprio Studio, cui era annesso un laboratorio tecnico, nell’ex convento di S. Domenico a Perugia.

Nel 1875 il laboratorio fu trasferito presso un’altra struttura cittadina, l’ex convento di S. Francesco al Prato.

L’ultimo e definitivo trasloco dello Studio-Laboratorio avvenne nel 1895 nell’edificio sito nell’attuale via Fatebenefratelli, acquistato l’anno precedente da Moretti dalla Libera Università di Perugia.

Protagonisti, cinque generazioni di Mastri Vetrai

Francesco Moretti nacque a Perugia nel 1833 e vi morì nel 1917; fu il fondatore dello Studio Moretti Caselli. Valente artista, iniziò la sua carriera con due vetrate per il duomo tuderte. Nel 1862 iniziò il restauro della vetrata della chiesa di San Domenico a Perugia, che completò nel 1879. [...]

Lodovico Caselli (Perugia, 1859 – 1922), nipote di Francesco Moretti, rimase orfano di padre fin dalla prima infanzia e crebbe all’ombra e sotto la protezione dello zio materno, apprendendo da lui l’arte della pittura e i segreti di quella su vetro. [...]

Alla morte di Lodovico le figlie Rosa Moretti Caselli (Perugia 1896 – 1989) e Cecilia Caselli (Perugia 1905 – 1996) ereditarono lo Studio e ne proseguirono l’attività. Rosa si assunse tutte le responsabilità della ditta di famiglia ed enorme fu il lavoro cui si sottoposero le due giovani sorelle. [...]

Anna Matilde Falsettini, nata a Perugia nel 1948, pronipote di Rosa e Cecilia, ha appreso da loro l’arte vetraria e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha insegnato plastica e disegno dal 1970 al 1977, interrompendo dopo tale data la carriera di docente per dedicarsi interamente all’attività di famiglia nello Studio Moretti Caselli. [...]

Maddalena Forenza (Perugia, 1980), figlia di Anna, prosegue oggi l’attività dello Studio dopo aver appreso dalla madre quest’arte con ottimi risultati, come si può vedere ammirando a Perugia la vetrata sulla controfacciata della chiesa di Santo Spirito o quelle del Castello Lemmo Rossi Scotti in località Santa Petronilla. [...]

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Arte della Vetrata

Dipingere una vetrata vuol dire mescolare i colori e la luce, per dare vita ad un'opera che solo da questo connubio può esprimere tutta se stessa.

Questo significa capire il luogo nel quale la vetrata sarà posta, osservare i movimenti del sole, cercare la luce migliore e soltanto dopo immaginare i colori, scegliere, mescolare e stendere le pennellate. Francesco Moretti progettò le sue vetrate dipingendo ogni tessera di vetro, colorato e non, a piccoli tratti e tocchi di pennello in modo tale che ogni minimo spazio risultasse coperto di colore bene amalgamato con la base sottostante.

Partendo dagli schizzi e dai bozzetti, passando per il disegno a grandezza reale, si arriva alla scelta e al taglio del vetro. I passaggi successivi sono di preparazione alla pittura che viene effettuata sempre contro la luce naturale con pigmenti in polvere miscelati al momento. Per fissare il colore si effettua la cottura anche tre-quattro volte su altrettante riprese pittoriche. Infine la fase della legatura a piombo permette di assemblare le tessere di vetro e di costituire la vetrata.

Oggi, nello Studio Moretti Caselli si creano vetrate con le tecniche antiche, non dimenticando di vivere in un’epoca moderna, rispettando così le diverse esigenze e richieste. Moretti ha sempre ribadito come quella della vetrata non sia un’arte “minore”, poiché con il vetro è possibile realizzare opere di innumerevoli stili e spaziare con la fantasia, come con altri materiali più consueti quali legno, tela, marmo.

Così il Laboratorio, dalla seconda metà dell’800, considera la vetrata come un quadro ad olio che, invece di essere dipinto su tela, sfrutta la trasparenza del vetro e la luce per dare effetti altrimenti impensabili. Le figure, come un tempo, nascono da una meticolosa ricerca e da un susseguirsi di piccole pennellate stese con cura, a rendere il quadro più reale possibile.

Nello Studio-Laboratorio esistono ancora molti macchinari e strumenti funzionanti, anche se non più utilizzati per la loro “anzianità”; rimangono però testimonianza della vita e della crescita dello Studio. Un’importanza rilevante assume in particolare il forno di cottura alimentato a legna, studiato dal Moretti nei minimi particolari per ottenere le diverse temperature necessarie.

“Realizzare una vetrata significa molto di più che tagliare il vetro, dipingerlo e metterlo in trafila: vuol dire usare quei piccoli accorgimenti, quelle delicatezze fondamentali per creare l’irripetibile personalità di ogni opera.”

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Da allora il lavoro di riordinamento è continuato, grazie anche al contributo della Regione Umbria, che ha finanziato due progetti di inventariazione dell’Archivio e della Biblioteca; dal 2004 al 2006, grazie al lavoro di uno studente universitario per la sua tesi di laurea e per il tirocinio, si è inoltre proceduto a una prima catalogazione delle lastre fotografiche presenti nell’Archivio. Successivamente la Soprintendenza ne ha finanziato la pulitura, il condizionamento e la digitalizzazione.

È giusto sottolineare, a questo proposito, l’impegno, la passione e le competenze di membri della famiglia che consentono non solo la continuazione della sistemazione, ma anche l’accesso e una guida alla consultazione della documentazione, per la quale esistono un inventario dei documenti, i cataloghi delle opere a stampa, dei disegni, delle stampe, delle foto, delle lastre e della biblioteca.

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